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Formae Mentis

 

Io giro intorno a Dio, intorno all’antica torre,
e giro per millenni e ancora non so,
se sono un falco, una tempesta o un lungo canto”
R.M.Rilke

La forma e le forme della mente. Sembra chiaro ormai, anche alla luce di studi sempre più accurati sul cervello e sulla sua plasticità, che la mente è continuamente modellata dalle azioni che compiamo e dalle informazioni che raccogliamo. Lo stesso concetto di Io/sé che Cartesio postulava come un immutabile osservatore che pensa e dunque è, risulta con evidenza essere una funzione: “qualcosa” che pur mantenendo una sorta di permanenza, muta continuamente e, dall’esterno è influenzato, perturbato e formato, appunto.

Come il poeta giriamo intorno a qualcosa e nel nostro “errare” modifichiamo la forma del nostro cervello, tracciamo dei solchi che si approfondiscono in base all’esperienza che viviamo ma anche (e forse soprattutto) in base alla descrizione che ne diamo.

L’antico proverbio orientale che fa derivare il comportamento dall’azione e questa dal pensiero è vero sia in un verso che nell’altro: semina un pensiero e avrai un’azione ma, anche, ripeti a lungo un’azione e, da questa sgorgheranno pensieri e, poi, teorie e sistemi, modi di pensare e di leggere la realtà. Inutile insistere sull’idea di mondo liquido se poi popoliamo questo mondo, che riconosciamo non più stabile, sicuro, duraturo, di sé rigidi, solidi o solo apparentemente versatili. Continua a leggere

Perfezionismo o maestria?

Non ho fallito, ho semplicemente
trovato i 10.000 modi in cui non funzionava”
T.Edison

Aidos è la dea greca della vergogna e della modestia. Se ne va in giro insieme a Nemesi, dea della vendetta, ed è in grado di incutere in chi la percepisce quella sensazione di riverenza e di pudore che dovrebbe trattenere gli esseri umani dal compiere il male.

Credo dovrebbe stare, inoltre, nello studio di ogni psicoterapeuta come un antidoto, un farmaco da somministrare a chi tenta di essere perfetto: gli ossessivi in particolare che intravedono la catastrofe in ogni imperfezione del comportamento, in ogni sbaglio che non deve esser scoperto e che va subito rimediato per evitare la vergogna appunto e la colpa e la vendetta di… chiunque scopra l’errore e, soprattutto, di quel giudice interiore che sempre misura la distanza fra l’io e l’ideale e, negli ossessivi, determina la fissazione che trasforma il pensiero in ruminazione e in coazione a ripetere/ritornare sui propri passi/ “rimediare”.

Questi comportamenti sono evidenti in chi soffre di DOC ma nessuno sfugge completamente allo sguardo di quella parte di noi che, imponendo uno standard irraggiungibile, ci tiene sotto scacco e ci paralizza con richieste soverchianti e con desideri inesaudibili. Continua a leggere

Emozioni e cervello

…un’emozione allo stato selvatico
può essere addomesticata da un’emozione cosciente…”
J. Hillman

 

Charles Joseph Whitman è stato un Marine americano tristemente noto per aver compiuto una strage il 1 Agosto 1966 ad Austin. Quel giorno Whitman, dopo aver ucciso durante la notte la madre e la moglie, salì sulla torre dell’Università e con 46 colpi di fucile uccise 16 persone e ne ferì altre 30. Alla fine fu ucciso dalla polizia che trovò una lettera scritta di suo pugno in cui chiedeva che, “dopo che tutto fosse finito”, si eseguisse un’autopsia sul suo cadavere. Autopsia che rivelò la presenza nel cervello dell’assassino di un tumore all’amigdala: una formazione sottocorticale implicata nella modulazione e nella percezione di emozioni primarie in particolare la paura e la collera (più precisamente i meccanismi di attacco-fuga e le emozioni ad essi collegate).

Amigdala

Questo non è che uno (e ovviamente dei più eclatanti) casi clinici che “dimostrano” un nesso diretto fra certe strutture del cervello e certe specifiche difficoltà nel controllo delle emozioni. Continua a leggere