“Io giro intorno a Dio, intorno all’antica torre,
e giro per millenni e ancora non so,
se sono un falco, una tempesta o un lungo canto”
R.M.Rilke
La forma e le forme della mente. Sembra chiaro ormai, anche alla luce di studi sempre più accurati sul cervello e sulla sua plasticità, che la mente è continuamente modellata dalle azioni che compiamo e dalle informazioni che raccogliamo. Lo stesso concetto di Io/sé che Cartesio postulava come un immutabile osservatore che pensa e dunque è, risulta con evidenza essere una funzione: “qualcosa” che pur mantenendo una sorta di permanenza, muta continuamente e, dall’esterno è influenzato, perturbato e formato, appunto.
Come il poeta giriamo intorno a qualcosa e nel nostro “errare” modifichiamo la forma del nostro cervello, tracciamo dei solchi che si approfondiscono in base all’esperienza che viviamo ma anche (e forse soprattutto) in base alla descrizione che ne diamo.
L’antico proverbio orientale che fa derivare il comportamento dall’azione e questa dal pensiero è vero sia in un verso che nell’altro: semina un pensiero e avrai un’azione ma, anche, ripeti a lungo un’azione e, da questa sgorgheranno pensieri e, poi, teorie e sistemi, modi di pensare e di leggere la realtà. Inutile insistere sull’idea di mondo liquido se poi popoliamo questo mondo, che riconosciamo non più stabile, sicuro, duraturo, di sé rigidi, solidi o solo apparentemente versatili. Continua a leggere