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Cronaca 8 – L’Ombra/Il proiettare

“Ma il bello viene quando le storie
sono messe una accanto all’altra”
M.C.Bateson

“Imperativo estetico: se vuoi
percepire comincia ad agire”
Heinz Von Foerster

Se si guarda agli individui e alle loro interazioni con un po’ di profondità e tenendo presente la Psiche; se ci si rifiuta cioè di fermarsi al comportamento e se si riconosce l’esistenza di tutta una sfera interna, di un mondo interiore nel quale gli eventi e il mondo vengono sentiti, elaborati e giudicati; non si può non riflettere sul fatto che gran parte della “realtà” che stiamo sperimentando è creata non solo dagli stimoli esterni che colpiscono i nostri sensi ma anche, e forse soprattutto, da ciò che noi in qualche modo proiettiamo su di essi.

Come ebbe a dire G.Bateson: “Io credo, e lo dico sul serio, all’esistenza di un legame tra la mia ‘esperienza’ e ciò che accade ‘all’esterno’ e che influisce sui miei organi di senso, ma non tratto questo legame come se fosse ovvio, bensì come una cosa misteriosa, che richiede molto studio. Quando dirigo gli occhi verso quello che penso sia un albero, ricevo un’immagine di qualcosa di verde. Ma questa immagine non è ‘all’esterno’. Crederlo è già una forma di superstizione perché l’immagine è una creazione mia, prodotto di molte circostanze, compresi i miei preconcetti.”.

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Cronaca 7 – L’Ombra/Il reprimere

“Se ogni giorno cade
dentro ogni notte
c’è un pozzo
dove la chiarità sta rinchiusa.
Bisogna sedersi sul bordo
del pozzo dell’ombra
e pescare luce caduta
con pazienza.”
Pablo Neruda

Nel labirinto avviene un continuo gioco fra figura e sfondo: ogni volta che la nostra attenzione si concentra su un particolare, il resto della scena tende a sfocarsi e, non appena distogliamo lo sguardo dal singolo elemento, ecco che il resto ricompare.

Non potrebbe essere diversamente visto che il termine stesso attenzione (ad-tensione) deriva proprio dal gesto di volgersi verso, essere proteso, e visto che “attento” significa, quindi “con la mente rivolta ad un oggetto”. In questo tendere verso sta il senso della creazione di interi paesaggi mentali e la domanda “Dove sono?” di cui ho parlato nelle prime cronache è molto simile all’interrogazione “Dove sto guardando?” di cui tratterò nella presente.

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