Scale verso il cielo

Mi è capitato stamane di guardare il video di una cover di una celeberrima canzone dei Led Zeppelin “Stairway to heaven”.
Credo che ognuno di voi l’abbia ascoltata e so che è considerata una delle migliori canzoni rock mai scritte.
Il testo, criptico per molti versi, e assolutamente in linea con il periodo in cui fu scritto (era il 1971), evoca nello stesso modo in cui potrebbe farlo una poesia ermetica, un insieme di emozioni connesse al desiderio di trascendere, andare oltre, superarsi e, in qualche modo, trasformarsi.
Mi sembra perfetto, insieme alla musica, come un augurio di fine e di inizio anno.

Il mio lavoro sarebbe impossibile senza la continua ricerca di cambiamento che spinge ognuna delle persone con cui ho a che fare in seduta.
Capita di voler cambiare per scappare da qualcosa che ci disturba o ci affligge e capita, altre volte, di voler cambiare per muoversi verso un ideale che si intuisce e che si vuole raggiungere.
Che la spinta sia un “via da” (da un sintomo, da una situazione sgradevole, da un contesto), o un “verso” (verso un ideale, un cambiamento, una condizione che si pensa migliore) poco importa: è sempre un qualche tipo di cambiamento che andiamo cercando, sempre un qualche tipo di discontinuità. Anche quando ciò che desideriamo è la stabilità stiamo in fondo cercando un cambiamento che ci permetta di “rimanere come siamo” ( giovani, sani, benestanti, tranquilli, assicurati…).

Ed è nei riti di passaggio che gli uomini e le donne provano ad anticipare il futuro e a proporre e a proporsi una qualche variante di Scala verso il Cielo, un qualche veicolo per cambiare.
Perché come ebbe a dire con grande lucidità il neurofisiologo G.M.Edelman: “Gli esseri umani sono creati mediante una sequenza di eventi del tutto improbabile e sono vincolati rigidamente dalla propria storia e morfologia, eppure possono godere di una straordinaria libertà di immaginazione. E’ evidente che non appartengono alla stessa classe degli oggetti non intenzionali: essi sono in grado di riferirsi al mondo in una molteplicità di modi: possono figurarsi progetti, formulare speranze per il futuro e influenzare gli eventi del mondo a loro scelta: sono legati in molti modi, accidentali o meno, ai genitori, alla società e al passato, posseggono un senso del sé, puntellato dalle emozioni e dalla coscienza, di ordine superiore. E in quanto possono immaginare la loro estinzione, conoscono la tragedia”.

Sono convinto che proprio questo apice di coscienza che ci permette di immaginare la nostra fine sia ciò che spinge alla costruzione della miriade di scale verso il cielo che si possono scorgere se ci si guarda in giro, con un po’ di attenzione, in giorni come questo.
Tanti auguri, dr dedalo.

One thought on “Scale verso il cielo

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