Profezie in saldo

“I fatti contano infinitamente meno
delle loro descrizioni.”
U.Galimberti

Apprendo dal TG del mattino, quando la mia guardia è ancora bassa e non ho ancora ben posizionato i “filtri” grazie ai quali integro il mondo in cui porto avanti la mia vita (cfr ultimo post), che secondo Codacons i saldi quest’anno andranno molto peggio dell’anno scorso.

Si parla, infatti, di: “…una media individuale di spesa di solo 110 euro mentre solo il 40% delle famiglie potrà approfittare dei saldi. Il risultato sarebbe un calo del 30% rispetto alle vendite dell’anno scorso.”.

La notizia entra insieme ad altre più o meno neutre, più o meno ansiogene, ma si ferma da qualche parte e mi ritrovo a pensarci sopra e a pormi delle domande qualche ora dopo: ma come hanno fatto a prevederlo?, hanno scelto un campione e incaricato degli impiegati perché sottoponessero ad una intervista telefonica un certo numero di soggetti?, come hanno scelto il campione?, quanto è attendibile?… ma soprattutto: a chi serve questa previsione?, siamo sicuri che debba essere previsto un simile dato?, è davvero una notizia utile visto che comunque sono state investite delle risorse per giungere alla sua formulazione?

Mi rendo conto che queste domande esulano completamente dal mio campo: sono sicuro che ci sono alcune considerazioni economiche e sociali che mi sfuggono e che rendono questa informazione utile. Per quel che ne so non me la sento nemmeno di escludere che ci sia qualcuno nei “mercati finanziari” che è pronto a scommetterci sopra e a comprare o vendere azioni che sono in qualche modo, più o meno lontanamente, collegate alla “prossima campagna di saldi”.

Ma c’è un punto che è assolutamente pertinente alla mia professione e che mi spinge a scrivere e a ragionare sull’argomento: una notizia di questo tipo può facilmente diventare una profezia che si autoavvera, una considerazione riguardo al futuro che una persona o un gruppo di persone fa e che, per il fatto stesso di essere stata formulata, è in grado di autoavverarsi. A livello socio-economico uno dei casi più evidenti di profezia che si autoavvera si verifica quando un gruppo di investitori si convince che, per qualche motivo, le azioni di una società crolleranno e, precipitandosi a venderle, ne causa il crollo.

In psicologia clinica ci imbattiamo in questo stesso fenomeno ogni volta che, osservando dal di fuori il comportamento di un paziente, ci rendiamo conto di quanto le sue aspettative influenzino non solo il suo comportamento ma anche quello delle persone che lo circondano. Nella paranoia, ad esempio, è evidente a tutti tranne che alla persona che è in preda al delirio di persecuzione, quanto il vedere nemici da tutte le parti, lo stare sulle difensive e il “guardare in cagnesco” ogni possibile avversario, renda l’ambiente del paziente davvero maldisposto nei suoi confronti.

Come disse il sociologo William Thomas: “Se gli uomini definiscono certe situazioni come reali, esse sono reali nelle loro conseguenze.”. Non importa se la mia profezia è vera o falsa; se io comincio a ritenerla reale mi comporterò di conseguenza e questo creerà delle conseguenze che a loro volta si ripercuoteranno sulla mia opinione rinforzandola, ecc.

Ecco perché le descrizioni del mondo e dei “fatti” che nel mondo accadono sono spesso più influenti dei fatti stessi.

Sono le convinzioni e le opinioni che, negli uomini, determinano le azioni e quindi i fatti e, mentre nelle scienze che studiano il mondo inanimato si può e si deve prescindere dalle opinioni per osservare il “nudo evento”, nelle cosiddette scienze umane occorre prestare grande attenzione a ciò che le persone pensano e a ciò che sono indotte a pensare.

E nell’informazione la descrizione dei fatti è, ovviamente, il punto cruciale. Come dice Galimberti: “L’informazione è una parola che non sta al suo posto, perché nel mondo dei media l’informazione è costruzione… Oggi il mondo accade perché lo si comunica e il mondo comunicato è l’unico che abitiamo. Prima dei piccoli spot che interrompono i film, c’è questo grande spot che è l’accadimento del mondo in vista della comunicazione. Non più un mondo di fatti e poi l’informazione, ma un mondo di fatti per l’informazione.” (Idee: il catalogo è questo, pag. 212).

Ogni volta che siamo informati lo siamo nel senso che tendiamo a “prendere la forma” che ciò che ci viene comunicato modella nelle nostre menti.

Per l’economia sarà importante (forse) vedere come va questa campagna di saldi. Ma se vogliamo psicologizzare, e oltre alla dicotomia “abbondanza – scarsità” ci interessa anche la categoria psicologica “consapevole – inconsapevole”, dovremmo chiederci quali idee ci hanno fatto agire: avrei rovesciato il vaso se non  mi avessero detto di stare attento?, avrei comprato se non mi avessero detto che altri avrebbero comprato, o viceversa?

Quali idee ci stanno vendendo? Quali abbiamo già comprato a scatola chiusa e in saldo?

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